I tuoi occhi mi son rimasti
Come pietre nel cuore
Mentre in un freddo silenzio
guardavo oltre.
Aghi di ghiaccio e frecce
Scagliate lontano
Nel fragoroso vociare
Dei giorni
Voli di gabbiani non vennero
A distrarre gli sguardi
Mentre luci scorrevano
Nei riflessi bagnati
Sentire tue quelle parole
Nate per altrove
Mi fece stringere i pugni
A consumare mani
Ho trovato musica,
Calda di acero nei pomeriggi,
Sferzante come un giorno di sole.
Mi ha preso per mano
Sollevando fragore di timpani
Trascinandomi via dal buio denso.
Con le sue mani sugli occhi chiusi
Volammo via
Per non tornare.
Uomini di vetro e latta
Attraversano la notte;
In Verdi giorni d’arance
Rincorrono conversazioni
D’inaspettati incontri.
Fugace scia d’azzurro
Corre su alberi di ferro
Scintillando note afone
Su paesaggi d’ombre.
Una mano fa breccia fra aliti
Ed arriva il giorno.
La finestra bianca
piange gocce di pioggia stanca.
Un gabbiano solitario
in tondo gira muto
in un cielo grigio perla.
L’orologio solo resta
a disegnare un tempo.
Il primo esperimento è riuscito abbastanza bene, la prossima volta tenterò qualcosa di diverso per la glassa e la cottura.
Da lunedì voleva venire a farmi compagnia…poi ha scelto il venerdì sera.
… bevi la mia, bevi la mia febbre …
In un momento di follia… si mette su anche un blog!
Per viaggiare indietro nel tempo basta ascoltare qualche vecchia canzone